Chartreuse: Storia e Produzione di Un Liquore Certosino

Il Liquore Chartreuse ha una grande storia dalle origini antiche. Si tratta sicuramente del più antico liquorificio certificato, in attività da più di 400 anni. Il nome del liquore ricorda l’appellativo con la quale veniva definita la Melissa in francese medioevale del massiccio della Chartreuse che domina la zona.

La preparazione è piuttosto complicata e prevede l’infusione più o meno separata delle 130 erbe che la compongono che vengono seccate e selezionate precedentemente. Si è scoperto, infatti che un’infusione unica determina degli scompensi di estrazione su determinate radici che tendono a prevalere, creando disarmonie sul gusto e la qualità del prodotto.

Storia e produzione Liquore Chartreuse

Alcune di queste infusioni vengono successivamente distillate in alambicchi a bagno maria, per circa 8 ore. Quello che si ottiene viene utilizzato come solvente per altre infusioni che danno il tipico colore al prodotto. Quello che abbiamo appena descritto, è semplicemente qualcosa di riportato, poichè non è permesso a nessuno entrare nella distilleria.

L’assemblaggio avviene nelle cantine del Voiron che sono le cantine liquoristiche più grandi del mondo, nella quali si può distillare circa un milione di litri di liquore. La produzione si divide in nella Chartreuse Verde, L’originale di 55 gradi, più secca e la Gialla di 40 gradi, nata anni dopo e decisamente più dolce grazie alla presenza del miele.

I prodotti invece di alta gamma portano la dicitura VEP (Vetisselment Ecceptiolel Prolonge), che prevede l’invecchiamento di 10 anni, in botti più piccole che li rendono vellutati e molto gustosi.

Storia e Produzione del Liquore Chartreuse

La storia dell’Abbazia è molto interessante e risale al 1804, quando i frati Certosini guidati da San Bruno e dal Vescovo di Grenoble, decidono di erigere una comunità sul massiccio della Chartreuse. La comunità vede solo 6 frati che iniziano, nel completo isolamento a costruire, case di legno ed una chiesa che nei secoli daranno però vita al monastero della Grande Chartreuse.

La vita del monastero scorre tranquilla e sicuramente al suo interno i monaci elaborarono tisane e liquori. Nel 1605 il Maresciallo d’Estress, dona ai Certosini un manoscritto dalla provenienza incerta, contenente un elisir di lunga vita, dopo molti esperimenti, questo elisir sarà messo a punto dal monaco Jerome Maubec, nel 1737, presso la grande Chartreuse.

L’elisir ha un successo immediato e viene declinato nel Verde nel 1764 e nel Chartreuse Gialla nel 1838.

Le vicissitudini della ricetta non sono finite, infatti nel 1789 con la Rivoluzione Francese il monastero viene chiuso e anche l’ultimo monaco, custode della formula viene arrestato. Il monaco che riuscì miracolosamente a trafugare la formula, per non morire di fame, vende la pergamena ad un farmacista di Grenoble che, a dimostrazione della complessità del processo produttivo, la conserva come semplice cimelio antico. Nel 1810

Napoleone decide di riunire tutto il sapere legato alle erbe in un unico volume, quindi emana un editto che impone a tutti di inviare pergamene, ricette e quant’altro riguardi questo argomento.

Il farmacista spedisce la pergamena, ma se la vede restituire dall’ufficio preposto perchè incomprensibile. Con la Restaurazione i monaci tornano al monastero e il farmacista restituisce la pergamena, cosi riprendono la produzione che dovranno interrompere nuovamente nel 1903, quando il governo francese privatizza tutte le distillerie e confina i monaci in esilio a Terragona.

Il monastero della Grande Chartreuse, a tutt’oggi non è visitabile ed è chiuso al pubblico, per non disturbare la preghiera di monaci. Le distillerie che sono visitabili, furono inaugurate nel 1860 dopo la distruzione di quelle site a Fouvrier.

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